The Last Goodbye - Un ricordo di Beppe Rinaldi

Non ho fotografie da mostrare.
In quella casa, in quella cantina ho trascorso molte ore, ore felici, ma non ho mai scattato nemmeno una foto. Lui non le amava, io non le cercavo. Trascorrevamo il tempo a parlare, o meglio, io a fare domande e lui a rispondere ai miei dubbi, a fare chiarezza perché potessi veramente comprendere ciò che io stavo cercando, ciò che lui mi stava mostrando.

Tra noi non c'erano bottiglie, ma libri. Libri antichi e rari che leggeva ad alta voce. Libri regalati, libri prestati. La sua voce mi risuona ancora nell'orecchio: "Ma lei questo lo saprà già di sicuro!" - ma in realtà non lo sapevo mai.

Nel mio viaggio sulle tracce del Nebbiolo lui ha illuminato il mio cammino con sapiente ironia attraverso la storia, per lui importantissima, e i paesaggi agrari, e i passaggi di consegna tra generazioni a cui dobbiamo tutto e generazioni che tutto distruggono ("io parlo dell'edilizia, e anche della viticoltura violenta, monocoltura, troppa...").

Con lui se ne va il Signor Rinaldi a cui non ho mai dato del tu, l'innamorato del Barolo e l'amante della Barbera, e l'uomo dall'aria sorniona che la prima volta che mi vide, senza sapere chi fossi, mi disse: lei, mi intrattenga...

Beppe, che la terra le sia lieve.

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