Osteria del Carcere - San Gimignano
/A San Gimignano esiste un luogo molto speciale. E' l'Osteria del Carcere, un piccolo locale reso accogliente da una piccola grande donna. Ruvida, schietta, irresistibile, Elena ha la voce calda e l'abbraccio vigoroso. Non me ne voglia Ribamar, il suo compagno, che veglia amorevolmente su di lei da lontano, danzando con grazia tra i tavoli, ma è Elena l'anima di questo rifugio per viandanti che, come me, cercano di sfuggire all'atmosfera turistica che si è ormai impossessata della città toscana.
Quello che Elena offre è un menù antico (come potrebbe esserlo quello dell'Artusi) tanto sincero quanto collaudato. Pronte a confortarmi, lì ogni volta mi aspettano quattro galantine commoventi (maiale e prugne, agnello e olive, chianina al Chianti e cinghiale al ginepro), la tacchinella ai profumi d'arancia e pistacchi e la faraona alla crema di castagne, e una selezione di pecorini e caprini indimenticabili (Presidi Slow Food). Solo la bottiglia di vino cambia di volta in volta. E mentre sorseggio l'ultimo goccio di Sangiovese (rigorosamente Io sono Montenidoli o Cepparello) rimasto in fondo alla bottiglia, ormai tristemente vuota, già avverto un po' di nostalgia. Un ultimo brindisi. Alla prossima volta. Perché lì, prima o poi, ci si torna.